Roma, 22 Ottobre 2012

DA: Pietro Sabato, Presidente Nazionale del Partito Italiano Nuova Generazione.

A: Trasmissione l’Eredità, Tana per Calimero, a mezzo e - mail

Oggetto: Etimologia della Parola “ Ulisse”. Secondo Calimero ha il significato di Zoppo, come specificato nell’articolo in allegato prelevato dalla rete, invece nel dialetto putignanese, lo stato fisico di una persona claudicante o meglio dire di uno zoppo, si dice di queste persone, Zup i Malcavat, cioè zoppo ma fortemente Astuto. 

Il Re di Itaca denigrato da Calimero…

Egregio Calimero, durante la trasmissione l’eredità andata in onda su Rai Uno ieri sera 21 ottobre 2012 alle ore 19,00, hai voluto denigrare l’etimologia del nome di Ulisse definendolo uno zoppo, avvalendoti da una fantastica e presunta diceria storica, in fondo in allegato. Presumo volendo inviare un messaggio subliminale, riferendoti al mio stato di essere uno zoppo, che in varie occasioni ho dichiarato di paragonarmi all’astuzia di Ulisse, l’Eroe di Troia, che anzi con la spada, ma con la penna, ho colmato il mio sito web con più di duemila relazioni, e 125 miei video diramate sulla rete You Tube, dove metto a nudo, meglio dire sputtano le varie situazioni terrene. Quindi si può accertare che questo messaggio subliminale di Calimero era prettamente diretto al sottoscritto, in rivalsa alle mie recentissime denuncie contro la Rai per varie situazioni di connivenza, altre di plagio di copyright e di truffa condominiale, il tutto attualmente in esame presso il Consiglio Superiore della Magistratura. Quindi a questo punto, mi tocca per l’ennesima volta specificare come sono diventato zoppo, affermando di essere nato sano, sanissimo, potente, potentissimo, ma di essere stato vittima di un infortunio di infanzia. Avevo appena sei anni, quando giocando all’altalena con una bellissima ragazzina di qualche anno più grande, ci cadde addosso una colonna di tufo, purtroppo i Dottori di quel tempo non furono in grado di consumare il trauma di una semplice filatura del piatto tibiale, e quindi per 27 anni ho camminato con la gamba sinistra con un valgismo di 45 gradi, fin quando il Grande Compianto, Professore Rampoldi, in meno di 45 minuti presso il Centro Traumatologico Ortopedico di Roma, mi risolse in parte il problema, prospettandomi la possibilità dell’allungamento, ma tale intervento avrebbe indebolito l’arto. Quindi decisi di soprassedere ad altre eventuali torture e per colmare questi pochi centimetri risolsi il problema con un plantare interno nella scarpa. Devo ammettere che sebbene questa menomazione guardandomi intorno alle gravi sofferenze umane, scomparvero tutti i miei problemi di inferiorità. Infatti dalla mia rinascita sono trascorsi 37 anni, ed oggi alla veneranda età di 70 anni, sono in grado di essere un discreto sciatore, un buon giocatore di tennis e di saltare in perfetto stile la rete di recinzione che divide i due campi di gioco, e di essere un Istruttore di Tennis Tavolo, riconosciuto dalla Federazione, attualmente non praticante.

Di seguito l’allegato prelevato dalla rete…

« Narrami, o Musa, dell'uomo dall'agile mente, che tanto vagò, dopo che distrusse la sacra città di Troia. »

L'etimologia del nome "Odisseo" è ignota. Lo stesso Omero cerca di spiegarla nel libro XIX connettendola al verbo greco "δύσσομαι", il cui significato è "essere odiato". Odisseo, quindi, sarebbe "colui che odia" (in questo caso i Proci, che approfittano della sua assenza per regnare su Itaca) oppure "colui che è odiato" (in questo caso da tutti coloro che ostacolano il suo ritorno a Itaca). L'origine del nome, però, non viene dalla Grecia ma da una regione dell'Asia Minore, la Caria. In questa regione, Odisseo era il nome di un Dio Marino, il quale, in seguito all'invasione delle popolazioni indoeuropee, è stato assimilato nella figura di Poseidone. Ciò, dunque, fa intuire che l'Odissea trae le sue radici in antichi racconti marinari. Il nome, in definitiva, può avere il significato di "Colui che odia ed è odiato". Il nome Odisseo presenta tuttavia assonanze interessanti con altri concetti: odos - ou che significa "viaggio" e oud-eis che significa "nessuno" (da cui la risposta di Polifemo che ai ciclopi che gli chiedono perché avesse urlato risponde che "Nessuno ha cercato di ucciderlo"). Il nome Ulisse (Ulixes in latino, Ulixe in etrusco e Oulixes in siculo), datogli da Livio Andronico nella sua traduzione dell'opera, la prima in assoluto al di fuori dal greco, significa "Irritato" ed è stato scelto dal traduttore perché era abbastanza diffuso nel mondo latino e per l'assonanza con l'originale, a differenza di Odysseùs che suonava tipicamente straniero. Altri teorici però ritengono che "Ulisse" sia un soprannome e significhi, al pari dell'etrusco Clausus da cui Claudio, "Zoppo", e sia più antico dell'opera di Andronico, in riferimento ad una ferita alla gamba riportata da Odisseo.

La datazione del poema viene comunemente fatta risalire al periodo tra l'800 a.C. e il 700 a.C. L'argomento del poema è in parte una continuazione dell'Iliade, e narra principalmente le avventure dell'eroe Greco Odisseo/Ulisse durante il suo lungo viaggio di ritorno (νόστος) verso la sua patria Itaca, dopo la caduta di Troia.

Concludo Egregio Calimero, informandoti che questi centimetri mancanti li ho accresciuti nel mio cervello.

Ciao Calimero

                                                                                     Lo Sputtanetor dall’Agile Mente

                                                                                                    Pietro Sabato