Roma,
27 Ottobre, 2008 ore 9,20
Da:
Pietro Sabato, Aspirante Poeta et Presidente
Nazionale del PING.
A : Dott. Pippo Baudo,
Trasmissione Domenica In, Poeti allo sbaraglio.
C.C.: ANSA Roma, 31 Ottobre
2008
C.C.: per l’Archivio del Dott. Cougnon – Parlamento
Europeo a Mezzo ANSA
Primo Oggetto: tentativo di
partecipazione dello scrivente al concorso indetto da Pippo Baudo:
Poeti allo sbaraglio, ma per la terza volta consecutiva, dopo quattro giorni
dalla domanda, ( 31 Ottobre 2008) il sottoscritto è stato bocciato.
Secondo
Oggetto con Domanda:
La Società, è o non è dei Magnaccioni?
Con il permesso del Dott.
Bruno Vespa e del Dott. Mannaimer,
lo scrivente, apre il televoto, inviate una e mail all’indirizzo
di posta elettronica: saturdaysrl@tiscali.it Il fortunato che sarà sorteggiato, vincerà il
libro sceneggiatura: “Maccarolo… Politico Da Sempre…”
corredato dal Supplemento aggiornato di Ottobre 2008, ambedue con dedica
personalizzata dell’autore sottoscritto.
Carissimo Pippo, converrebbe rileggere il tutto, in quanto durante questi cinque giorni, sono emersi fatti
nuovi, riferiti all’andazzo generale della scuola, in particolare quella
Universitaria, messi in tavola durante la trasmissione: “Anno Zero” condotta
dal Dott. Santoro, ieri sera, andata in onda su RAI
DUE in prima serata, Giovedì, 30 Ottobre.
Ebbene sono emersi fatti
raccapriccianti, circa la corruzione che da circa mezzo secolo, ruota intorno a
questo settore. A questo proposito
vorrei spezzare una lancia a favore del buon Silvio, che alla chetichella
volendo, con la legge Gelmini, iniziare a ripulire,
come la mondezza di Napoli, dall’uscio della porta, cioè
dalla scuola elementare, per poi arrivare a ripulire il grosso, quella
universitaria. Ebbene, da questa sacrosanta crociata, è
subito scoppiata la rivoluzione.
Quel lombrico di Walter Veltroni,
volendo diventare una farfalla, pensando di volare acquisendo nuovi consensi, riscaldando
gli animi ignari del popolo, e soprattutto quelli consapevoli dei magnaccia, che
in questi anni hanno fatto il bello e cattivo tempo con i denari destinati alla
ricerca universitaria, quindi la farfalla mancata, approfittando da questa equivoca situazione, ha scatenato l’inferno, promuovendo
una manifestazione generale, contro questi tagli, che tagli non sono, ma denari
sprecati. Basti pensare che per la ricerca vengono destinati locali sotterranei
e fatiscenti e stipendi da fame per pochissimi studenti precari, con contratti
a termine, mentre chi percepisce lauti compensi, i magnaccioni,
sono di gran lunga più numerosi degli studenti, che invece devono lavorare in
questi angusti locali, per fare il loro lavoro di ricercatori, che data questa
sconveniente situazione, sono costretti a recarsi all’estero, per svolgere più
dignitosamente la loro professione.
Carissimo Pippo io mi fermo qui, pensa che ieri
notte inoltrata, mentre scrivevo questa relazione ho vomitato, quindi voltiamo
pagina. La salute innanzi tutto!
In riferimento alla
trasmissione del 26 Ottobre u.s., ti ringrazio per
l’inchino, sei stato di parola, però hai esagerato! Mi bastava, come stabilito
nei patti, solo un piccolo cenno con il capo. Comunque
ora sono più tranquillo, sapendo che hai letto il mio libro. Ringrazio anche il
nostro corrispondente di Londra, Dott. Antonio Capranica, che
insieme avete commentato, con i guanti bianchi, oserei
aggiungere, lavati nitidamente con omino bianco, alcune scene del Film: Totò
truffa, la vendita della fontana di Trevi, che
metaforicamente rappresenta dopo cinquanta anni la cruda realtà politica contemporanea,
(se so vennuti tutto!) e per non uscire fuori tema,
ti invio questa breve poesia, il tema della nuova settimana, proposto dalla tua
trasmissione: “La Società”. Sperando di vincere
l’ambito premio. Ah Pippoooo! Toglimi una
curiosità, siamo sicuri che la cuccumella che
conteneva i nomi dei vari temi da trattare durante le tue prossime trasmissioni,
era tutto nella norma ?
Ho avuto l’impressione, che si è trattato di
un’altra tua provocazione preterintenzionale. Non è che
i cartocci da sorteggiare contenuti nell’urna erano contrassegnati tutti con lo
stesso titolo? Carissimo Pippo, la domanda sorge spontanea, il dott. Lubrano permettendo: per caso, nel tuo albero genealogico,
risulti essere un lontano parente di Gianni Riotta?
Con questi quesiti provocatori che mi proponi, non vincerò
mai nullaaaaa!!!
Wagliò
c’è s desc? Ca l sard s mangn l’alesc…
La Società, è l’unione di forze umane, che dovrebbe
migliorare con idee e mezzi, il tenore di vita di una intera
comunità, contrariamente accade, che chi detiene questo potere, soventemente calpesta
ed opprime i più deboli, per trarne profitto, il tutto verrebbe confermato dalla
vecchia canzone romanesca: Gelsominoooo! Dammi il La, così il Maestro Apicella, con il
permesso del buon Silvio, prima ci canterà Maruzzella,
tanto per fare una rima e poi:
“La Società Dei
Magnaccioni E’ Qui…” Questa è la cruda realtà che accade oggi e che
si ripete da secoli, in tutti gli angoli della terra, soprattutto nei giorni
nostri, è praticata sia nel mondo della politica clericale*,
che dagli Stati più potenti del mondo, la cosiddetta Globalizzazione,
tradotta in parole povere dal Paradiso, dalla famosissima compianta attrice
Tina Pica: “Ammanicamendo Generale”. Reprimere, sempre di più, come
una ragione di vita, un chiodo fisso, nel portare più acqua possibile al
proprio mulino, trascurando il fato, che implacabilmente, nel momento del
giudizio, toglierà a tutti, ogni avere materiale. Vorrei concludere al mio solito con un vecchissima parodia Putignanese, il titolo che ho dato a questa breve poesia,
senza rime. E’ inutile sforzare le meningi, sapendo che con
questi scritti molto diretti e schietti, non si va molto lontano.
Due amici Putignanesi si incontrano: uno di loro dice all’altro: a wagliò, ce s desc?
L’altro risponde: ca l sard se mangn
l’alesc. Traduzione: amico mio cosa mi dici di buono? L’altro risponde con grande
rammarico: che le sarde si mangiano le alici.
(Il pesce più grande divora quello più piccolo.)
Ah Pippooooo! Dopo questa
poesia il mio pensiero vola sempre a monte, alla Livella
di Totò, farla recitare in questa circostanza, a Paolo Ferrari
oppure a qualche giovane attore, sarebbe come la leccornia di maccheroni al
cacio, olio di oliva crudo e pepe, che ho mangiato ieri a pranzo.
Pietro Sabato
Clericale*= Religioso, a tale proposito, carissimo
Pippo, la domanda sorge spontanea: non saresti curioso unitamente al
sottoscritto, di sapere cosa penserebbe di questo nostro forzato modus vivendi,
la buonanima di San Paolo, che dopo aver
vissuto una vita di stenti e subìto una macabra
morte, ora invece, nel XXI secolo, dopo duemila anni e
rotti, ritrovarsi di nuovo sulla terra, vivo e vegeto in rotta per il mondo, volando
Alitalia?
Pippoooo! Come al
solito, Archivia tutto e ai posteri
l’ardua sentenza!
Gelsomino, l’erede di
PASQUINO